giovedì 18 giugno 2009

Frase

di Emily Bronte

Non dovresti conoscere la disperazione
se le stelle scintillano ogni notte;
se la rugiada scende silenziosa a sera
e il sole indora il mattino.
Non dovresti conoscere la disperazione - seppure
le lacrime scorrano a fiumi:
non sono gli anni più amati
per sempre presso il tuo cuore?
Piangono, tu piangi, così deve essere;
il vento sospira dei tuoi sospiri,
e dall'inverno cadono lacrime di neve
là dove giacciono le foglie d'autunno;
pure, presto rinascono, e il tuo destino
dal loro non può separarsi:
continua il tuo viaggio, se non con gioia,
pure, mai con disperazione.

sabato 13 giugno 2009

Anima


di P.M.



Libera da un'altra ombra
la mia, sbaglia strada.
Si perde tra i meandri di
un sogno in bianco e nero.
Scivola tra le pieghe di una storia
che non ha bisogno di essere raccontata.


Superba, nella sua posizione,
si addormenta sulle rive del mio passato,
dove, ancora si odono i ritornelli
di vecchie melodie.
Ascolta il pianto del suo stesso dolore
e sorride, contenta, del fiore che ne è sbocciato.


Lì, tra fredde ceneri di ghiaccio
si riscopre simile a se stessa.
Ecco, allora, che l'ombra dell'anima mia
mostra la sua umana vulnerabilità
nel carcare un'altra mano,
che muta abbracci la sua.



martedì 9 giugno 2009

Gli Anni-Max Pezzali

Arrivati alla fine del quarto anno...con questa canzone vogliamo ricordare i bei momenti passati insieme...! Aspettando di viverne altri.

Il Liceo Lilla in Villa!

di Giorgia Durante e Giuseppe Lavermicocca



Dopo il B.A.M.S. anche il Liceo di Oria riesce ad
organizzare la sua Giornata dell’Arte. La manifestazione, coordinata dai rappresentanti d’istituto Simone Barco e Adele Bisazza, si è svolta il 3 giugno in Villa Comunale. Nonostante un inizio poco convincente a causa di problemi tecnici e climatici, l’evento si può ritenere riuscito alla grande! In apertura c’è stata l’esibizione di un gruppo folkloristico locale, i Kamashi, con danze popolari e vivaci tarantelle che poi hanno lasciato il posto ai suoni balcanici e irlandesi delle Risonanze folk. La kermesse musicale è proseguita con la formidabile performance dei RinoPlastici, gruppo brindisino che in occasione del ventottesimo anniversario della morte del cantautore Rino Gaetano hanno riproposto le sue canzoni più celebri creando uno dei momenti più divertenti e piacevoli della giornata. Ancora musica italiana con il sound dei Cash, gruppo musicale nato tra i banchi della nostra scuola che ha proposto anche un’ originale rivisitazione del successo della PFM “Impressioni di Settembre”.
È stata la volta poi degli oritani Re-Memory, che si sono esibiti in tre pezzi, due dei quali tratti dal loro repertorio e Gianna, già proposta dai RinoPlastici.
In contemporanea in un'altra zona della Villa si potevano osservare i breaker a suon di promettenti dj della scuola e visitare anche un interressante mostra fotografica, pittorica e di computer-grafica.
A conclusione della mattinata la speciale presenza di Rekkia e Puccia, membri del famoso gruppo salentino Après La Classe, ha contribuito a rendere unico l’evento.
In serata una rappresentazione teatrale della compagnia mesagnese Li Satiri e la premiazione del concorso di fotografia e del torneo scolastico di calcetto hanno fatto concludere in modo divertente la manifestazione.


Intervistando Simone Barco, abbiamo chiesto:
Ti puoi ritenere soddisfatto della mattinata?
Avremmo voluto fare di più, ma ciò non è stato possibile a causa di alcuni problemi indipendenti dalle nostre volontà. Ritengo comunque che la giornata sia stata un momento importante di aggregazione per noi ragazzi.
Quanto tempo è stato necessario per l’organizzazione dell’evento?
Ci stavamo lavorando fin dagli inizi di aprile proprio per poter offrire qualcosa di unico. Abbiamo superato le varie difficoltà che fino alla fine si sono presentate, grazie anche all'indispensabile aiuto del servizio d'ordine.
I proff. hanno offerto la loro disponibilità?
Certamente! Un ringraziamento particolare va al prof. Onofrio Camarda, referente del progetto, che mi ha aiutato molto nella gestione della giornata. Ringrazio anche la Prof.ssa D'Elia e tutti i professori per averci permesso la realizzazione di questo evento.
Cosa si prospetta per l'anno prossimo?
Al momento non saprei. L'anno prossimo ci sarà spazio per altri ragazzi che spero facciano molto di più di quello che ho potuto fare io. Sono convinto che il lavoro di organizzazione non sia semplice, ma sicuramente tutto si può realizzare avendo al proprio fianco persone motivate, capaci e responsabili perché la strada è in salita e percorrerla da soli è molto dura. Dal canto mio, non esiterò a dare una mano se mi venisse richiesta, perché credo fermamente che per il bene della crescita della nostra scuola bisogna collaborare tutti insieme.




sabato 6 giugno 2009

Intervista al dirigente scolastico Giuseppe Attanasi

di Piera Micelli e Giorgia Durante


In occasione della realizzazione del giornale della scuola abbiamo deciso di intervistare anche il nuovo dirigente scolastico Giuseppe Attanasi, gentilmente disposto ad ascoltare le nostre domande.

Spesso le iniziative extrascolastiche degli studenti non sono accolte con immediato entusiasmo perché condannate come una mera perdita di tempo. Cosa pensa lei a riguardo?

“Non vengono condannate a priori. Bisogna vedere i contenuti, analizzarli e accertarsi che siano condivisi dai docenti. Le cose si realizzano quando c’è una condivisione della proposta. Non vedo perciò un respingimento netto, ma un accurata analisi del progetto.”

Quanto è importante nella messa a punto di un progetto la collaborazione tra noi ragazzi e le altre componenti del corpo scolastico?

“Una proposta che viene fatta da un gruppo di alunni o che viene avanzata dai rappresentanti d’istituto è un elemento molto importante. Come importante è il fatto che tra le componenti che concorrono alla realizzazione del progetto ci sia collaborazione, ai fini di ottenere un ottimo risultato finale.”

Quali sono secondo lei i punti di forza di questo istituto?

“Un gruppo di docenti bravi e impegnati. Un contesto ambientale molto motivato. Inoltre penso che il liceo scientifico a indirizzo tecnologico trasmette competenze che altri non hanno. Mentre il liceo classico è tradizionale, lo scientifico è più moderno e apre la strada a facoltà scientifiche molto più del classico. E chi frequenta o l' uno o l'altro, ha la tendenza a diventare un ottimo professionista”

E i punti di debolezza?

“Certamente la struttura dell’edificio non si presenta bene, tuttavia speriamo che con gli interventi della provincia si mettano a bando i rischi della logica amministrativa. Speriamo che con la fine dei lavori la signora Mirella, nostra segretaria, abbia un ufficio tutto suo, che io abbia un ufficio mio e che anche i docenti abbiano una stanza adatta e confortevole”

Previsioni per il prossimo anno scolastico: rimarrà con noi?

“Lo spero. Ho fatto richiesta per rimanere qua.”

Siamo molto felici di questo e ci auguriamo che lei possa trascorrere con noi ancora più tempo il prossimo anno.



giovedì 4 giugno 2009

Un'analisi sociologica

di Debora D'Amico


Maria Emanuela Corlianò, con il suo saggio “Il software sociale della rete: quotidianità dei nuovi media tra pratiche e discorsi, emancipazione e controllo", racconta come ormai internet e la tecnologia siano diventate quotidianità.
Servendosi di opere come "Google in love" (di Teodora Stites) o i “95 comandamenti di internet” (il Cluetrain manifesto) o attraverso "We the meda" (di Dan Gillmor) delinea come i media influenzino la nostra vita sociale, e di come a volte preferiamo al contatto reale degli scambi di battute virtuali, e seppur con le dovute differenze, la gente che si “frequenta” sui vari forum, blog o social network, si configurino quasi come rapporti familiari.


Si arriva, paradossalmente ad assimilare alcune fissazioni informatiche come controllare frequentemente i commenti, le note o le notifiche fatte sui vari account, ad abitudini come il caffé al bar con gli amici o le chiacchiere fra conoscenti. Tutto questo è dato dal bisogno di apparire e di dire agli altri “ci sono anche io”, perché dietro ad ogni blog e ad ogni foto c’è il bisogno di affermarsi nella propria rete e di dare una precisa immagine di se. Ma la conoscenza on line non è fine a se stessa, infatti molte volte vengono organizzati degli incontri ad hoc dove le relazioni intraprese nel web possono continuare anche quando si è off line.



Viene ribaltata quindi l’idea che vedeva internet come un disperato individualismo. Il web ora ricopre anche una sfera pubblica all’interno della quale gli utenti conversano, parlano e si confrontano. Perché è questo che ci attira principalmente della rete: sapere il più possibile su chi ci circonda ed essere continuamente a contatto col mondo.

Intervista a "Kokka-gol", rivelazione del torneo scolastico.

di Fabrizio Moretto e Giuseppe Massa

Nome: Giuseppe
Cognome: Lavermicocca


Soprannomi?

“Si, tutti mi chiamano Kokka gol”.


Hai il numero sette. C’è qualche motivo in particolare?
“Sicuramente ha più un valore affettivo, visto che mi ricorda gli anni di Shevchenko al Milan. Poi l’hanno iniziato ad usare tanti altri campioni, come C.Ronaldo, Figo, Raul, Pato, Villa, e finora mi ha portato sempre fortuna”.


Da quando hai questa passione?
“Fin da quando ero piccolo. Papà già a cinque anni mi portò allo stadio per la prima volta e vedere quei giocatori inseguire un pallone fece scattare qualcosa dentro di me”.


Qual è la tua squadra del cuore?
“Il Milan. Ho avuto la fortuna di nascere alla fine degli anni ’80 quando il Milan raggiunse l’apice. Aveva giocatori del calibro di Van Basten, Gullit e Baresi. Era impossibile non amarlo! Penso sia la squadra più forte che abbia mai visto”.

Chi è il tuo idolo?
“Senza dubbio il capitano Paolo Maldini, ha vinto tutto. È a lui che mi sono sempre ispirato. Ho vinto il mio primo campionato nel giorno del suo addio. Chissà magari è un segno del destino”.


Cosa ne pensi dei fischi nel giorno del suo addio a San Siro?
“Io li definirei indecenti. Come si può fischiare qualcuno che ha onorato per 25 anni una stessa maglia, ogni anno con una volontà e uno spirito maggiori. Ha rappresentato l’Italia in tutt’Europa e nel Mondo”.






Ritorniamo a te ora, in che ruolo giochi?
“Come ogni anno avevo iniziato da difensore laterale destro, poi vedendo la mia buona vena realizzativa adesso gioco in attacco”.


Quanti gol hai fatto in tutto il campionato?
“38. Non mi posso di certo lamentare. Gli altri anni avevo raggiunto a malapena i 15 gol. Quest’anno ho avuto più occasioni di andare in rete, grazie anche ai miei nuovi compagni”.


Come mai hai cambiato sempre squadra?
“Per cercare sempre di migliorare, e cercare di vincere qualcosa. Infatti quest’anno è stato quello giusto”.

Qual è stata la svolta?
“La squadra è stata molto competitiva, rispetto gli altri anni. Ci mancava sempre qualcosa, il passo decisivo per sfondare. Quest’anno ogni singolo elemento è migliorato individualmente. E penso che per il modo in cui abbiamo giocato, il campionato ce lo siamo proprio meritato”.


Questo è stato il 6° anno nel campionato dello Scientifico. Praticamente sei un veterano. Cosa è cambiato dal primo anno a ora?
“Beh, prima c’era più competitività, ora il trofeo se lo contendono solo in due, massimo in tre squadre. E poi quest’anno, dopo tanto, mi sono spostato di qualche metro più avanti”.


Con gli altri componenti della squadra hai buoni rapporti anche fuori dal campo?
“Sì, ogni tanto andiamo a mangiare una pizza insieme. La sera la passiamo tra noi. Siamo molto affiatati, forse è questa la nostra forza. La squadra è compatta sia dentro che fuori dal campo”.


A chi dedichi questo successo?

“Ai miei compagni, che mi hanno regalato un anno indimenticabile”.


Bene. Ti ringraziamo. In bocca al lupo, per il futuro e ti auguriamo di vincere ancora tanto e di seguire la carriera del tuo idolo.
"Crepi il lupo, sarà difficile raggiungere il mio idolo, ma nel mio piccolo ci proverò".

mercoledì 3 giugno 2009

Alla conquista della Toscana

di Debora D'Amico e Giulia Pesce



La mattina della partenza il tempo non sembrava essere nostro alleato. Un acquazzone ha tardato l’arrivo dei pulman e reso "non poco" difficile la sistemazione dei bagagli. Tuttavia l’umore era quello adatto ad accompagnare un viaggio, più che d’istruzione, di puro divertimento.


Durante le tredici ore di viaggio che ci sono servite per arrivare a Firenze abbiamo attraversato le varie regioni italiane, dalla Basilicata alla Campania, dal Lazio all’Umbria, fino a giungere alla tanto desiderata Toscana. Il primo giorno, o quello che ne era rimasto, lo abbiamo speso a Montecatini Terme, dove era situato l’albergo che ci ospitava. La sera abbiamo preso familiarità col posto, aggirandoci per le varie stradine e piazzette e incontrando molte altre scolaresche che, come noi, erano in cerca di divertimento notturno. La notte l’albergo era alquanto popolato, fra gente che si muoveva da una stanza all’altra e chi, pur rimanendo nella propria, faceva comunque sentire la sua voce, non sempre desiderata, soprattutto dai prof. O da chi, come loro, ricordava che il giorno dopo la sveglia sarebbe stata alle sei e che la giornata non sarebbe stata affatto rilassante.



Dopo una prima colazione nel ristorante dell'albergo, Firenze stava per essere invasa dalle 4 classi del liceo scientifico-tecnologico Lilla. Spesa la mattinata fra la duecentesca chiesa di Santa Maria Novella (in origine Santa Maria delle Vigne), Piazza della Repubblica, con i suoi caffè storici, gli alberghi di lusso e le sedi istituzionali e il duomo di Firenze e Santa Maria del Fiore, è arrivato il tanto atteso pranzo. Nel pomeriggio invece siamo andati a far visita ai grandi della cultura italiana a Santa Croce, da Dante a Foscolo, da Michelangelo a Galilei. Una veloce sosta in Piazza della Signoria fra Palazzo Vecchio e le meravigliose sculture conservate sotto la Loggia della Signoria, o dei Lanzi, e via per il romantico ponte Vecchio, con le sue orificerie e gli archi delle loggiate che lasciavano intravedere l'Arno.

Dopo aver giocato a nascondino con il pulman, finalmente, abbiamo fatto ritorno in albergo e superate alcune piccole discussioni fra studenti e professori ci siamo divisi: chi è andato nuovamente a vivere la Montecatini "by night" e chi invece ha preferito riunirsi con i propri compagni nelle varie stanze e trascorerre lì tutta la notte.


Il giorno seguente, dopo la solita odiosissima sveglia delle sei, ci siamo diretti alla conquista di Pisa. D'obbligo le foto, facendo finta di mantenere la torre prima dell'arrivo della guida che, dopo averci presentato l'intera struttura architettonica della piazza, ci ha mostrato l'interno del Duomo. Una piccola passeggiata e siamo arrivati a Piazza dei Cavalieri, antico centro del potere civile oggi polo d'attrazione culturale per la Scuola Normale di Pisa, che a parer nostro, per via dei durissimi criteri d'ammissione, tanto "normale" non è! Da qui il via per sei ore di libertà. Chi si aggirava fra i monumenti, chi saliva sulla torre pendente, chi passeggiava per le strade di Pisa sui risciò o chi, molto più semplicemente, si aggirava fra i vari negozietti locali in cerca di souvenir. Della serie "il pomeriggio passa in fretta ed è subito sera", che eravamo tutti in albergo a prepararci per il mega evento: i prof ci portano in discoteca.
Al rientro la notte era ancora giovane, e il clima festoso della discoteca è proseguito fra i corridoi dell'albergo e anche il giorno dopo nel pulman.
Lungo la strada del ritorno, all'altezza di Roma, nuova sosta e nuovi luoghi da occupare. Questa era la volta di villa Adriana, residenza imperiale di Adriano, fatta costruire tra il 118 e il 138 d.C. a Tivoli.
E così il nostro viaggio è giunto al termine, ma fra i corridoi di scuola, nelle aule e nei vari luoghi di ritrovo si sentono ancora gli echi dei ricordi, delle canzoni stonate e dei momenti di vita condivisi con gli amici, quelli di sempre.