giovedì 25 marzo 2010

Bella questa Commedia!

di Emanuela Conte e Anna Mazza

Una rivisitazione della creatività di Dante. Anna, Emanuela, Simone, Giorgia, Daria della classe V A, sollecitati dalla professoressa di lettere, hanno realizzato un video sul valore simbolico dell’Aquila nel sesto canto del Paradiso dantesco.

Il rapace, insegna dell'Impero romano, è al centro dell'excursus tracciato da Giustiniano. Utilizzando ore scolastiche ed extra-scolastiche, siamo riusciti a rielaborare il canto inserendo immagini, commenti e musiche contemporanee a servizio del Medioevo : “He's a pirate” (dal film i “Pirati dei Caraibi”), “Now we are free” (da “Il Gladiatore”).

Il video è stato realizzato in due settimane. Nonostante i microfoni difettosi, la difficoltà di conciliare gli impegni di tutti, la necessità di ripetere le stesse registrazioni, l'esperienza è stata entusiasmante.

Ciò ci ha permesso di accostarci alla Divina Commedia in maniera del tutto diversa, lontana dai banchi di scuola. Quaderni, penne e libri hanno fatto solo da contorno!! Agli occhi dei restanti compagni il lavoro è sembrato innovativo e interessante.

Il progetto ha creato una maggiore complicità tra noi ragazzi. Siamo riusciti a cogliere l’essenza del vero spirito di collaborazione e a confrontare le diverse abilità di ognuno.

Una vita da giocare

di Giuseppe Lavermicocca

Il calcio, per molti il gioco più stupido di tutti! Solo per il fatto che si gioca con la parte del corpo più lontana dal cervello. Ventidue persone che corrono dietro a una palla nel tentativo di buttarla nella porta avversaria.


Per molti non ha nessun senso. Eppure milioni di persone seguono le partite, vanno allo stadio, si appassionano, si emozionano e si legano a una squadra, diventano tifosi, si affezionano a un gruppo di persone che corrono dietro a una palla. Ma cosa spinge queste persone a farlo? Forse è più di uno sport, di un gioco, forse in esso è racchiuso qualcosa di più grande, di più profondo; scaturisce nelle persone che lo seguono, e in quelle che lo vivono, sentimenti e emozioni uniche e indescrivibili, che ti fanno crescere e ti insegnano come affrontare la vita; perché in fondo la vita è come una partita di pallone.


Ci sono momenti in cui domini e altri in cui soffri e sei “sotto”, alcune volte puoi vincere e altre puoi perdere, altre ancora sembra che la vita ti dia una seconda possibilità, come se ti desse del tempo per rimediare, dei tempi supplementari. Se poi sei tanto fortunato ti lascia un'ultima possibilità, i calci di rigore: a quel punto,o sei dentro o sei fuori.


E gli spettatori rappresentano tutte quelle persone che osservano la tua vita da un punto di vista diverso, diverso per ognuno di loro, come direbbe Pirandello; a volte ti criticano, a volte ti sostengono. Ma loro non sanno cosa si prova a lottare sul campo, per riuscire a vincere la propria partita, quella della vita. Certe volte rimangono con te fino alla fine della partita e altre ti abbandonano ancora prima del traguardo.



Ora pensateci bene, il calcio non è solo uno sport, ma rappresenta un percorso che ognuno di noi deve compiere, attraversando momenti facili e meno facili. Ci sarà sempre qualcuno che farà il tifo per noi, da cui trarremo forza, ma in caso contrario, come un calciatore che va dritto alla meta, dovremo dribblare le critiche e gli insulti. Per me, ora che ci penso, è la cosa più bella che esista.

Torneo scolastico: adesso si fa sul serio

di Fabrizio Moretto e Francesco De Amicis

Il gioco si fa duro. Dopo circa 4 mesi dall'inizio, il torneo scolastico volge al termine entrando nella fase più calda. La fase a campionato, prima, e quella a gironi poi, hanno ridotto il numero delle squadre in gara da 12 a 4, le semifinaliste.

Non ci sono grandi vere sorprese nell'elenco delle migliori 4. A partire dalla V A, che ha concluso come prima classificata il campionato ed ha superato la fase a gironi piazzandosi in seconda posizione. La corazzata di D'Abramo e compagni, infatti, ha perso entrambi gli scontri diretti contro i ragazzi della II A, lasciando loro la leadership nel girone A. Questi ultimi, capitanati da Micelli, sono apparsi inarrestabili. Merito soprattutto della splendida vena realizzativa del capocannoniere Schiavone A, che non ha risparmiato alcun avversario. Nulla da fare invece per l'indomita IV D di Conte G, e la V B, la squadra di Musciaglia, organizzatore del torneo (rispettivamente terza e quarta classificata).

Situazione analoga nel girone B, con la differenza che a farla da padrone è stato il V tec. Tutto ciò nonostante il susseguirsi dei vari infortuni, in primis quello del capitano Massa, costretto allo stop per circa un mese. Molto più agguerrita, invece, la lotta per il secondo posto, sinonimo di semifinale. A contenderselo la IV A e la IV B, protagoniste di un duello teso sino all'ultima giornata. Solo alla fine l'ha spuntata la IVB di D'Oria, che si è avvalsa dell'acquisto dell'esterno Filomeno. I ragazzi di Giuliano escono a testa alta dal torneo “accontentandosi” della terza posizione. Fanalino di coda la II B. Non è bastata l'abilità dimostrata durante la campagna acquisti dal capitano Cacciatore per raggiungere la qualificazione alla fase finale della competizione.

Il quadro delle semifinali, in virtù delle posizioni occupate, contrappone la IV B alla II A. Il Vtec invece affronta V A.


Queste le classifiche dei due gironi

Girone A

IIA 18p
VA 15p
IVD 3p
VB 3p


Girone B

Vtec 15
IVB 12

IVA 6
IIB 3

"Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose e dalle posizioni"

di Simone Barco

"Faccio di tutto per impedire il mio successo stesso perché son contro me stesso" (“Contro Me Stesso” - Morgan).
L’incredulità dei media di fronte alla dichiarazione di Marco Morgan Castoldi di assumere droghe pesanti con regolarità giornaliera stupisce più di quanto la notizia in sé abbia stupito la società.
La sua inclinazione a droghe e alcol è nota da tempo ma ora suscita scalpore.

Siamo nel 1995. Morgan, leader dei Bluvertigo esordisce con l’album “Acidi e Basi” nel quale spicca il singolo “L.S.D.” (che si rivela poi acronimo per La Sua Dimensione).
Nel 2001 il brano che lo ha portato sul palco dell’Ariston aveva un titolo emblematico: “L’Assenzio” nel cui testo elencava elementi che “fanno bene, fanno male” tra i quali l’alcool, la marijuana e l’oppio.

A questo punto, si avanzerebbe qualche dubbio anche sull’ammissione a quel Sanremo, dove il suo gruppo si collocò ultimo nella categoria big, per il buon esempio che avrebbe dato ai giovani. Il cantautore stesso dichiarò che la canzone in gara era figlia degli effetti della bevanda, da cui prende il titolo, altamente alcolica e fino a poco tempo fa vietata in gran parte degli stati europei.
Ma forse tutto questo non è bastato all’opinione pubblica per farsi un’idea sulla vita privata del musicista. E forse non bastano nemmeno interviste come quella doppia a cura delle Iene con l’ex compagna Asia Argento, nella quale ammettono di aver fatto uso di droghe tra le quali ecstasy e cocaina.

In una canzone del suo primo album da solista (“Canzoni Dell'Appartamento” - Columbia / Sony BMG, 2003), inoltre, parla di un paradiso all’interno del suo cocktail e degli effetti che provoca in lui (“Heaven in my cocktail”).
Non c’era dunque bisogno di conoscere a fondo il cantante per capire che non conduceva di certo uno stile di vita retto e perfetto. Ma di sicuro chi lo ha richiesto e ammesso negli studi di viale Mazzini per la partecipazione a X Factor conosceva la sua produzione artistica e quindi i testi da lui scritti.




Perché allora stupirsi tutto a un tratto, in maniera così plateale di fronte all’ammissione del musicista di far uso regolare di crack? Per quale motivo ci si getta così duramente sull’artista?
Nello spettacolo, nell’arte, nella vita pubblica e nella politica constatiamo numerosi esempi di personaggi famosi che assumono droghe o affini. Eppure solo in pochi vengono assaliti da una così preparata giuria morale che in molti casi si rivela ipocrita. Senza allontanarci troppo, per fare un esempio possiamo rimanere nei pressi del sessantesimo Festival della canzone italiana. A detta di Mario Adinolfi: “Su quindici residui partecipanti al concorso ben quattro hanno ammesso esplicitamente di aver usato droghe: sono sua maestà Emanuele Filiberto, Povia, Fabrizio Moro e Irene Grandi”.
Questa vicenda ha assunto le sembianze di una scarna caccia all’uomo il cui interesse non era di certo preservare giovani menti da cattivi esempi corruttori. Infatti, come possiamo notare, la bufera mediatica ha ottenuto risultati opposti collocando al centro dell’attenzione la droga e un’immagine vittimistica di Morgan che da untore da evitare è passato ad appestato da curare e consolare.

Sarebbe stato più salvifico ammettere il cantante al festival. Se non fosse stato gradito, il pubblico lo avrebbe fischiato assieme al principe Emanuele Filiberto.
Anche perché a differenza di quest’ultimo che sbandiera nella sua “lettera d’amore” la sua innocenza, sentendosi come un povero esiliato ingiustamente, Marco Castoldi nel suo brano non ammesso, si limita a cantare un inno a “La Sera”, forse volendo imitare impropriamente grandi poeti.
Morgan non doveva usare il palco floreale come tribuna dalla quale sfoggiare le proprie opinioni che tutto sommato interessano a pochi. Semplicemente avrebbe dovuto presentare la musica che non ha nulla a che fare con qualsiasi vizio della vita umana.

A spasso nel tempo.Tra miti e vecchie leggende.

di Piera Micelli


Una brutta vecchina, un costume nero, un fuso e il gioco è fatto. La "quaremma" racconta la fine del carnevale delle strade salentine, che nel periodo quaresimale si vestono a lutto. La tradizione affonda le sue radici nella cultura popolare. Cultura fatta di leggende e vecchi detti. Il fantoccio di paglia indossa simbolicamente le spoglie della moglie di Carnevale (carniale), che tra una festa e l'altra piange amaramente per i debiti del consorte. Una gentile signora ha voluto rivivere con me la Pasqua di cinquant anni fà, raccontando tra mille ricordi quella "bambola" di pezza che attirava un po' tutti. Se carnevale scorrazzava libero tra feste, banchetti, donne e divertimenti la povera quaremma pagava per la stoltezza del marito. Così la signora Roma mi vuole introdurre la figura di questa donna sfortunata. Festeggiata da tutti, conosciuta da pochi. Oggi si contano sulle dita di una mano coloro i quali sanno a pieno la sua storia, la sua leggenda. Di certo non immaginano che il vecchio fuso che stringe tra le mani era un modo per ingannare il tempo in attesa del marito. Che la piccola bambola appesa al suo fianco era la bambina che non aveva mai visto il padre. O non sanno che valore attribuire all' arancia infilzata da sette penne simbolo di astinenza e sacrificio. La simpatica immagine resta apppesa per un mese prima di essere rimossa e cancellata con un rogo. Un rogo che serve a purificare nelle fiamme i numerosi peccati per dare il via a una nuova vita.



Straordinario come i ricordi di quegli anni siano così vivi e presenti in questa simpatica signora che non si può far altro che farglielo notare. Roma si offende e considera l'osservazione superficiale. « La pasqua dei miei tempi non era una festa come tante. Era qualcosa che andava al di là del solito augurio o regalo. La mia pasqua era vissuta come una festa di famiglia. Come un momento di ritrovo, sopratutto per coloro che avevano smarrito la via di casa. Tradizioni come la quaremma non possono far altro che farmi sorridere, anche con nostalgia. Perchè nell immagine, seppur ridicola, di un inutile fantoccio io rivedo le mie radici, che oggi, in questo nuovo paese spesso non ritrovo ». Parole dure forse, ma velate da un profondo senso di verità. Echi di vite passate che a volte cercano di raccontare qualcosa a chi è troppo indaffarato per fermarsi ad ascoltare. Così rovistando tra le antiche usanze del paese ci si ritrova a dover riconoscere l'egoismo delle nuove generazioni.



E intanto Roma continua il suo percorso a ritroso nel tempo, raccontado delle serate passate a mascherarsi per piangere insieme a quella povera "donna di pezza". «Un gioco, una tradizione, un modo per passare il tempo; chiamalo come vuoi» dice, «ma per noi era un divertimento assurdo prepararsi tutte insieme e scendere in strada vestite a mo' di befane». Anche questa dichiarazione potrebbe aprire un’ampia finestra di riflessione. Sugli attuali modi per divertirsi, che sono alquanto differenti. Sulle serate "alla moda" che non prevedono di certo vestiti carnevaleschi e fazzoletti di stoffa.



Grazie a Roma per la sua disponibilità. Per essere tornata ragazza e per essersi vestita ancora una volta da quaremma. Per aver camminato nelle strade della memoria e aver riportato alla luce una vecchia leggenda ormai in procinto di essere dimenticata. E mi sembra doveroso chiudere con una frase che colpisce non poco : «ca la quaremma simu io, tu e tutti quiddi ca no la canoscunu».
(perchè la quaremma siamo io, te e tutti quelli che non la conoscono)

FRANE E DISTRUZIONI IN ITALIA E NEL MONDO. SCOPRIAMO I PERCHÉ

di Ilaria D'Alessano, Carmen Sant'Agata,
Stefania Iunco

Ci stiamo davvero avvicinando alla fine del mondo? Da quanto sta accadendo in questo periodo sembrerebbe proprio di sì. Secondo il calendario dei Maya, infatti, è prevista per il 21 dicembre 2012. Le cause che porteranno a questa sono innumerevoli: da fiamme di fuoco che cadono dal cielo a catastrofi naturali dovute all’ambiente. Secondo alcuni studiosi, invece, in quella data ci sarà un assestamento dell’asse terrestre.Ma occultismo a parte, gli esperti ci ricordano che la causa di tutto questo siamo noi, con i nostri comportamenti.


Frane, terremoti, tsunami e cambiamenti climatici stanno sconvolgendo la vita di tutti i giorni. L’Italia nonostante sia un paese meno a rischio ne è stata vittima. Calabria e Sicilia sono state le regioni più colpite dalle violenti frane.

Il 16 febbraio a Maierato in Calabria, appena a 200m dal centro abitato si è staccato un costolone di roccia. Questo ha portato subito allo sfollamento di 2300 cittadini ad opera della protezione civile. Fortunatamente non ci sono state vittime.



In Sicilia ci sono stati 2000 evacuati. Il paese sicuramente più colpito è stato San Fratello. La frana ha minacciato di inghiottirlo interamente. Notevoli sono i danni causati.

Questi episodi ricordano sicuramente lo tsunami del 26 dicembre 2004 in Thailandia, le violenti scosse sismiche del 6 aprile 2009 in Abruzzo, le oltre 500 mila vittime del terremoto di Haiti e il terremoto di magnitudo 8.8 in Cile.

Qual è la causa di tutti questi fenomeni?Non è solo la conformazione geologica e geomorfologica a predisporre la Terra a frane e alluvioni, ma ad aumentare il rischio ci ha pensato l'uomo.

L'abusivismo edilizio, il disboscamento, l’ estrazione incontrollata di acqua e gas dal sottosuolo non hanno fatto altro che aggravare il dissesto idrogeologico.

La frana per esempio è un movimento della crosta terrestre, causata da violenti piogge, terremoti, precipitazioni e variazioni di temperatura. Dissesto che può essere contenuto dalla presenza di alberi. Le loro radici, infatti, compattano il terreno. Il disboscamento, dunque, favorisce la frana.

In Italia le regioni più a rischio a calamità naturali sono la Campania, la Sicilia, l’Abruzzo, la Calabria e il Friuli Venezia Giulia. Una delle regione più sicure è la nostra: la Puglia.

Fine del mondo o non fine del mondo, sicuramente noi dovremmo prenderci più cura del nostro pianeta e avere più attenzione per la salute dell’ambiente e anche nostra.

Per approfondimenti:
http://www.cosediscienza.it/geologia.htm

Quelli tra palco e realtà


Di Giorgia Durante

“E par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare…”.
Ebbene sì, l’amore più famoso della letteratura italiana non viene cantato ormai solo da Dante per Beatrice ma anche dai Beat Rice per…




Beat Rice: battito del riso. Beat come ribellione, come ritmo. Nascono nel giugno del 2009 e festeggiano il loro compleanno il 28 luglio in occasione di Santa Beatrice. I cinque componenti del gruppo emergente, nato tra i banchi
di scuola, si esibiscono per la prima volta in occasione dell'assemblea d'Istituto del 22 dicembre scorso. La famosa donna che rende felici, tanto desiderata nel Dolce Stilnovo, per i Beat Rice è presente nella vita di ognuno di noi.


I cinque, provenienti
da diversi paesi del brindisino, attirano subito l'attenzione tra i compagni. Ma questo è solo l'inizio. L'occasione per farsi conoscere anche fuori dalla scuola si presenta proprio durante le vacanze di Natale. La loro musica arriva anche nella vicina Francavilla Fontana. La simpatica stravaganza del loro stile avvolge l'Arci, destando la curiosità di forestieri e compaesani che divertiti e a tratti emozionati rivolgono la loro attenzione ai giovani talenti. Il gruppo: Simone al sax, Mastro al basso, Daniele alla chitarra, Flavio alla batteria e Angelo la voce, predilige suonare canzoni di Lucio Battisti, PFM, Afterhours, Bandabardò e altri. Il loro pezzo forte: Impressioni di Settembre (PFM).


Siamo nati perché
uniti dalla stessa passione per la musica, abbiamo voglia di trasmettere agli altri ciò che noi stessi proviamo quando suoniamo”. Queste le parole di Angelo, voce del gruppo. Nati come una semplice cover band cercano di portare avanti il loro progetto componendo testi propri. Ispirati dalla “loro Beatrice” hanno già creato infatti qualche canzone.


Non hanno ambizioni particolari sperano solo di continuare a seguire i loro sogni e di raggiungere la felicità unendosi con la loro Beatrice.






Intervista al rappresentante d'Istituto: Luca Calò

di Emanuela Conte e Marika Capuano


Quali motivazioni ti hanno spinto a candidarti?

“Mi trovo da cinque anni in questo Istituto e credo di conoscere le numerose problematiche. Intendo, quindi, migliorare la vita a scuola mettendo alla prova le mie abilità. Mi piace questo ruolo!”

Perché la tua scuola ha votato un solo rappresentante?

“Non c'è stata alcuna organizzazione. E purtroppo parecchia gente ha preferito disperdere voti... Certamente questa situazione è uno stimolo a fare sempre di più. ”

Come pensi sia stata accolta la tua elezione?

“Penso positivamente dalla maggior parte. I tre quarti degli studenti mi hanno sostenuto e ne sono grato. Spero che il resto dei votanti si sia ricreduto.”


In tutti gli anni che sei stato in questa scuola hai visto cambiamenti positivi da parte dei precedenti rappresentanti? Li ritenevi all’altezza?

“Sì, sono stati in gamba. Sebbene anche loro hanno trovato difficoltà, sono sempre riusciti a dare il meglio di anno in anno. Hanno portato a termine iniziative interessanti. Io cercherò di prendere esempio per soddisfare le aspettative dei ragazzi sperando di non cadere mai nella banalità o nella noia.”


Di quali esigenze ti stai facendo carico?

“Delle più svariate: miglioramento delle apparecchiature, pulizia, educazione e rispetto verso compagni e docenti. Inoltre posso contare sull'ascolto e sulla collaborazione della vicepreside ed eventualmente anche sull'aiuto di altri professori.”


Sei soddisfatto del tuo lavoro in questi cinque mesi?

“Non sono pienamente soddisfatto a causa di problemi che si sono venuti a creare indipendentemente dalla mia volontà. Non per questo sono deluso del mio operato perché sono comunque riuscito ad ottenere risultati efficienti.”


C’è partecipazione da parte degli studenti?

“Sì, soprattutto da parte del servizio d'ordine. Ma una buona parte degli studenti dell'Istituto si è dimostrata disinteressata."


Che difficoltà a livello organizzativo hai incontrato?

“Tantissime! Diversi pareri, incomprensioni con docenti, decisioni prese all'ultimo momento, impegni non mantenuti da parte degli esperti, mancanza di buona strumentazione...”

Hai mai pensato di lasciare l’incarico a qualcun altro?

“Qualche volta sì, non lo nego. Ma non mi sembra rispettoso nei confronti dei compagni che credono in me. E inoltre i miei valori non me lo permettono. Ho voluto la bicicletta e ora devo pedalare!”

Quale messaggio vorresti rivolgere agli studenti?

“Io ascolto qualsiasi richiesta, chiedo consigli ai miei compagni; non impongo nulla. Ma non posso soddisfare tutte le esigenze perché alcune sono impossibili da realizzare. Si sa che è difficile coordinare tante menti! E comunque sono solo.”

Sapresti descrivere la tua scuola in una sola parola?
“ Aperta mentalmente. Ma c'è molto ancora da fare...”